L’intervento della Procura presso la Cassazione fa riferimento ad una sentenza emessa dal Tribunale di Catania che recependo le richieste di una coppia ha decretato la stessa idonea ad adottare un bambino purchè di razza bianca.
L’aspetto rilevante, non sono tanto i desiderata della coppia, ma che un tribunale non solo ascolti, non solo accetti, non solo li scriva in decreto, ma ritenga ancora la coppia idonea all’adozione.
E’ il presupposto di partenza che è sbagliato. La coppia, come tu rilevi non acquista un bambino, lo accoglie. Lo accoglie perché IL BAMBINO ha dei bisogni che vanno soddisfatti. L’adozione internazionale deve essere l’ultima spiaggia per un bambino che non ha avuto risposte nel proprio Paese, che nessuno lì ha voluto. Il concetto che ci sta dietro è quello di creare l’incontro tra l’esigenza vitale di famiglia di un bambino e il desiderio di esercitare la genitorialità da parte della coppia. Il connubio tra le due cose deve nascere sulla base delle caratteristiche e delle possibilità e potenzialità della coppia e le esigenze del bambino. Non può essere viceversa. Non posso far prevalere i desideri della coppia e modellare il bambino come loro vogliono.
La coppia di 50enni o 60 enni che dopo essersi costruiti la carriera, la casa, aver viaggiato in tutto il mondo, essersi creati la loro vita, ora, annoiati dei giocattoli che hanno, arrivano all’ente e vogliono adottare in Africa, perché è bello, perché è un’opera pia, perchè cosi hanno l’occasione di visitare un continente nuovo perché….ecc. ecc. ma pongono il vincolo del bambino sano, senza traumi da abbandono, biondo con gli occhi azzurri se no differisce troppo e si vede che è adottato, e soprattutto neonato! Io ci metterei una bomba!
Ti assicuro che purtroppo, ahimé, coppie così esistono ed HANNO L’IDONEITA!
La sentenza chiesta dalla Procura dovrebbe evitare che coppie di questo tipo abbiano l’idoneità e che i Tribunali comincino ad adottare linee comuni interpretando correttamente la 184 modificata:Ora ogni tribunale inserisce i vincoli che vuole e le interpretazioni che vuole! mi piacerebbe sapere perché se io adotto a Trento posso avere un decreto per uno o due bambini, a Trieste per uno o più, a Venezia fino a pochi mesi fa, Bologna o a Roma tuttora per un solo minore. Possibile che con centinaia di coppie che ogni anno presentano disponibilità a Bologna o a Roma non ve ne sia una, dico e sottolineo una, idonea per due bambini!
Poi fai ricorso oppure chiedi l’ampliamento in sede di abbinamento e ti autorizzano l’adozione di 4 fratelli! Ma dove sta la logica?
Oppure che mi si spiegasse perché se adotto a Trento la differenza massima di età e calcolata sul più vecchio dei coniugi e a Roma, Milano, Trieste , Venezia, Bolzano sul più giovane? Ma dove sta la logica?
Perché un decreto di idoneità all’adozione internazionale rilasciato da qualsiasi tribunale minorenni italiano vale in tutto il mondo ma non in Italia! Se voglio l’adozione nazionale devo chiederla in modo specifico e devo fare una valutazione ad hoc che mi vale solo in quel tribunale! Se voglio presentare la disponibilità in più tribunali devo sottopormi a valutazione in ognuno di essi! Ma dove stà la logica?
Perché a Torino il 70% delle coppie non è idoneo e in tutti gli altri Tribunali non è idoneo l’1-2%! Perché mi viene detto che deve essere salvaguardata la primogenitura perché la legge vuole così e la Cassazione e la Corte Costituzionale mi dicono che il concetto di primogenitura non esiste nell’ordinamento giuridico italiano? Ma dove sta la logica?
Benvenga quindi ciò che mette ordine! Quello che la Procura vuole sia detto dalla Cassazione è che l’arbitro, il tribunale, non può cambiare o alterare le regole del gioco a partita iniziata, quando il gioco ha già delle regole sue stabilite a monte e accettate e sottoscritte dai giocatori prendendosi beffe di loro!
I desiderata delle coppie, secondo il mio parere, vanno discussi con l’Ente autorizzato. E’ l’Ente che deve può e deve accompagnare la coppia, eventualmente, a scoprire potenzialità o risorse in relazione al Paese in cui adotta. Adottare un bambino vittima di abuso in Colombia è diverso che adottarlo in Etiopia o in Thailandia o nelle Filippine. Adottare un bambino da famiglia sostituta è diverso che adottarlo da istituto. Adottarlo in un Paese dove l’abbinamento è per sorteggio o per scelta tra un gruppo di fascicoli è diverso che adottarlo in un Paese dove è mirato al benessere del bambino e potremmo continuare a lungo….
E’ vero, la sentenza apre la strada all’eliminazione di altre limitazioni, ma nei decreti, non nelle disponibilità delle coppie. Se la logica è quella della sussidiarietà, del bambino giusto alla coppia giusta, non si può prescindere dalle capacità, dalle risorse e dalle disponibilità della coppia.
Non posso pensare di obbligare una coppia ad accogliere un bambino con handicap se non ha le forze, le risorse e le capacità per farvi fronte. Ma queste sono valutazioni che competono all’Ente Autorizzato in relazione al Paese in cui opera e al rapporto che ha con la coppia. I Paesi che hanno a cuore il benessere dei propri figli e li mandano all’Estero perché sono coscienti che in patria non potrebbero trovare risposte adeguate, sono gli stessi che non obbligheranno mai una coppia ad accettare un’adozione che non può funzionare, anche perché difficilmente la proporrebbero.
Serena!
Nessuno potrà mai obbligarti ad accettare un percorso che coinvolge la vita di un bambino bisognoso e tutta la tua vita e la vita di chi ti sta vicino, senza un tuo consenso cosciente e responsabile, neanche una sentenza della Cassazione!
G.T.